Io che do spiegazioni

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Il problema più grosso, quando ci si occupa “privatamente” della preparazione fisica “extra” di atleti agonisti, è il tempo.
E’ sempre risicatissimo. Spesso con vari atleti mi trovo ad avere anche solo un’ora a settimana, due quando va bene.

Quindi il compito più grosso è OTTIMIZZARE i tempi.

Ci sono veramente tantissime cose fighe che vorrei fare, ma non c’è tempo, bisogna ottimizzare, e questo significa tornare all’essenziale.

Programmare avendo sempre bene a mente l’obiettivo: in genere quando un atleta si rivolge a me per della preparazione fisica “extra”, i target sono sempre due, da una parte il miglioramento della performance fisica, dall’altra la prevenzione degli infortuni.

Fortunatamente queste due cose hanno un enorme punto in comune: la forza.

Fate sì che un atleta di uno sport “misto” aumenti la sua forza, e la sua performance fisica ne gioverà enormemente.
Allo stesso modo, fate sì che l’atleta aumenti la sua forza, e ridurrete il rischi di infortunio.

Quindi questo è un punto, la forza.

Un altro punto, che in realtà è correlato al primo, perché la forza è (anche) tecnica.
Ottimizzare gli schemi di movimento. Resettarli dove necessario.
Squattare, fare un’hinge, spingere, tirare.
Questo diventa anche un lavoro di propriocezione, molto meglio di tavolette, bosu e lavori da equilibristi vari.
Con squat e hinge si impara come muovere ginocchia e anche nello spazio, con i lavori di spinta e tirata si impara come gestire i movimenti scapolari, che non è cosa banale.
Non serve inventarsi lavori molto complessi, è utile utilizzare gli schemi basilari.
Attenzione, non sto dicendo che lavori più complessi non servano, però stiamo parlando di tempi ristretti, un contesto in cui abbiamo una o due sedute a settimana e dobbiamo fare il meglio possibile in quelle tempistiche.
Come già detto prima, avendo tempo a disposizione, le cose che si potrebbero fare sono tantissime.
Ultimo punto, non dimenticarsi i monopodalici.
Inserire lavori ad una gamba sola, come single leg squat o single leg #deadlift, può davvero essere un’arma in più. Attenzione però, devono essere trattati con tutti i crismi dei lavori di forza, non devono diventare esercizi da circo.
Ricapitolando, tornare all’essenziale in questo contesto significa: lavorare sulla tecnica degli schemi di base. Mettere forza su quelli, con adeguate #progressioni. Inoltre inserire come complemento, lavoro sui monopodalici.
Se torniamo all’essenziale, è tutto molto più semplice di quanto si creda.
(Ah, non scontato: questi sono lavori semplici, ma vanno fatti BENE. Squat, stacco, tirate e press varie devono essere eseguiti sempre con una buona tecnica di base, cosa che dovrebbe essere ovvia ma basta farsi un giro per le palestre per vedere che così non è. Ed anche le progressioni devono essere tarate con criterio, allenare la forza non significa semplicemente tirare i pesi alla morte, anzi, spesso bisogna fare il contrario).
Un’esempio di programmazione con tempi ottimizzati? Vai a leggere questo mio articolo su Lift ‘n’ Fight!

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